C’era una volta il riscaldamento degli stampi per presse idrauliche con resistenze elettriche a bassa tensione (48-50 volt). Relativamente contenuto il dispendio energetico, per una soluzione che si rivelava efficace con stampi di dimensione ridotta in rapporto alla “luce” della pressa. Poi il mercato è radicalmente cambiato, si è evoluta la struttura della domanda e sempre più l’industria ceramica deve fare i conti con i grandi formati, che impongono presse di dimensioni più elevate, e, ovviamente, stampi più grandi, che necessitano di una maggiore potenza per essere adeguatamente riscaldati.
Come insegnano le leggi dell’elettrotecnica, per erogare molta potenza a bassa tensione sono necessari cavi di grande diametro, poco flessibili e difficilmente gestibili. Tanto più considerando le caratteristiche intrinseche del processo produttivo: fissato alla parte superiore della pressa, lo stampo viene rimosso a ogni ciclo di pressatura; così i cavi sono sottoposti a sommovimenti e tensioni, il che richiederebbe grande flessibilità. Un problema che cominciava a farsi sentire nelle linee produttive istallate, preda di frequenti avarie causate dalla rigidità del cablaggio. Un problema risolto con successo da Sacmi, con una soluzione semplice e affidabile: una macchina in grado di procedere al riscaldamento degli stampi utilizzando la normale tensione elettrica presente in azienda, tra i 380 e i 400 volt. In questo caso, a fronte di una grande potenza erogata, non sono necessari cavi di grosse dimensioni e risulta anche più agevole applicare connettori rapidi, con notevole guadagno in efficienza e sicurezza anche durante la fase di sostituzione dello stampo. A ciò occorre aggiungere che l’assenza dei trasformatori sulla pressa consente una riduzione dei consumi del 3-5% (in virtù del rendimento di trasformazione), oltre che un contenimento dei costi per la mancata fornitura dei trasformatori e dei cavi di grossa sezione. Tutti i cablaggi elettrici sono poi veicolati all'interno degli stampi in foratura profonda; ne consegue una "pulizia" estetica che evita tutte le problematiche tipiche dei vecchi cablaggi esterni, quali danneggiamenti, accumulo polvere e difficoltà di manutenzione.
Ma Sacmi ha affrontato con perizia anche il problema numero due, in materia di stampi di grandi dimensioni: questi, infatti, devono essere scaldati uniformemente, il che non è sempre agevole a causa delle differenti condizioni termiche in cui si trovano le diverse sezioni dello stampo durante la produzione. Significativa, ad esempio, la differenza di temperatura riscontrabile tra la parte anteriore e posteriore della matrice. Una differenza non risolvibile con tecniche tradizionali, non essendo possibile controllare in modo autonomo i due lati dello stampo.
Fino a ieri, perché il sistema di riscaldamento ad alta tensione di Sacmi permette di regolare in modo autonomo ben 16 distinte zone dello stampo. La soluzione ottimale, nota Sacmi, per il problema della distribuzione delle temperature, con il sistema che modula la corrente elettrica in automatico verso le distinte parti dello stampo a seconda delle peculiari condizioni termiche delle stesse. Chiaramente, queste variabili sono sotto il controllo dell’operatore della pressa, che può gestirle a seconda della necessità.